Novità fa rima con opportunità. È il caso del Religious fundraising, soprattutto in tempo di 8×1000.
Quando il fundraising è concepito non solo come insieme di metodi di raccolta fondi, ma anche come modalità di comunicazione, di servizio e di presenza dialogante con la collettività. Trattandosi di ambito religioso la comunità è legata da valori molto forti e intensamente condivisi. Da sempre anima e motore del lavoro di un buon fundraiser. Si capisce dunque come l’8×1000 sia un tempo particolarmente propizio per il settore religious.
Studio Romboli è la prima, e finora unica, realtà che ha portato in Italia la formazione, lo studio e la pratica del religious fundraising con il corso Principi e tecniche di fundraising per gli enti ecclesiastici e religiosi. Questo corso rappresenta la prima esperienza nazionale sul settore specifico delle organizzazioni a cosiddetto movente ideale (religiousfundraising.it). Lo scopo è sviluppare servizi specifici rivolti a tutte quelle realtà presenti nel nostro Paese che si definiscono organizzazioni di origine religiosa.
Tali entità si ritrovano nel nostro ordinamento giuridico sotto varie e diverse forme. Il Ministero dell’Interno evidenzia la presenza di ben 36.000 enti ecclesiastici di ambito cattolico (comprese 26.000 parrocchie) e circa un centinaio invece quelli appartenenti a chiese evangeliche protestanti, induisti e buddisti. L’ultimo censimento Istat ha rilevato 6.782 organizzazioni non profit operanti in ambito religioso con i 2.846 addetti e 154.670 volontari attivi. Un popolo di enti e persone che, spinte da motivazioni ideali, ogni giorno opera per sostenere attività di culto ed attività di solidarietà sociale legate alla propria fede.
Il fundraising aggiunge sempre un valore, quello della relazione. Al centro, non c’è solo la donazione, qualunque sia la sua natura, ma le persone: il donatore ed il beneficiario. Il dono infatti migliora chi dona ed aiuta chi riceve; questi due soggetti non sono due controparti ma stanno insieme sulla stessa missione (dalla stessa parte) con ruoli diversi. Fare fundraising è uno stile di vita, un cambiamento di mentalità, è divenire attivi strumenti di relazioni sociali da instaurare e coltivare nel tempo.
Ma se nel passato tutto ciò era il prodotto di impegno e buona volontà, oggi questa predisposizione e questi sentimenti non sono più sufficienti. È necessario essere preparati, formati e informati. È un’opportunità che in certi casi diviene anche professionalità e professione.